L’obbligo delle apostille è stato introdotto attraverso la Convenzione dell’Aja, ed è spesso richiesto per la validazione di traduzioni giurate. Il timbro di apostilla può essere apposto unicamente dalla Procura della Repubblica o dalla Prefettura che sono competenti per territorio. La Procura, in particolare, può intervenire per i documenti che vengono emessi da notai sul territorio italiano, mentre la Prefettura è competente per i documenti che provengono dalle scuole, dalle università, dalle amministrazioni comunali, dall’Aifa, dalle Asl, dai ministeri e in generale dagli enti pubblici.
In quali Paesi è attiva la Convenzione?
L’elenco dei Paesi in cui è in vigore la Convenzione dell’Aja che impone l’obbligo delle apostille è molto lungo, e include tra l’altro l’Austria, l’Ecuador, la Croazia, l’Australia, il Belgio, Andorra, l’Estonia, la Bosnia, l’Argentina, Cipro, le Isole Fiji, la Nuova Zelanda, la Liberia, i Paesi Bassi, Il Brunei, le Isole Cook, la Cina, il Lesotho, il Kazakistan, il Botswana, l’Albania, l’Armenia, Samoa, le Vergini Britanniche, la Lettonia, Israele, la Norvegia, Malta, il Portogallo, la Polonia, il Principato di Monaco, il Lussemburgo e – ovviamente – l’Italia.
Che cosa è la Convenzione dell’Aja
Attraverso la Convenzione dell’Aja, che è stata sottoscritta all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, è stato eliminato il requisito della legalizzazione di atti pubblici stranieri. In altri termini, in seguito all’entrata in vigore di questo accordo internazionale è venuto meno il requisito per legalizzazioni ulteriori di documenti da usare tra i Paesi: in concreto, la sola forma di legalizzazione che occorre tra i diversi Paesi che aderiscono è, appunto, l’apostille, vale a dire un timbro ufficiale che serve a certificare l’autenticità dei documenti e che viene rilasciato dalle autorità competenti.
Come ci si deve comportare?
I documenti e gli atti che vengono rilasciati dalla Turchia, dal Portogallo, dalla Polonia, dal Lussemburgo, dall’Irlanda, dalla Germania, dalla Francia, dal Belgio, dall’Austria e dalla Danimarca sono totalmente esenti da legalizzazione. Lo stesso vale per i Paesi Bassi e per la Lettonia: per lo Stato baltico, però, tale misura riguarda unicamente i documenti che sono stati rilasciati dopo il 31 ottobre del 2010. Inoltre, devono essere ritenuti esenti da legalizzazione tutti gli atti che provengono da rappresentanti consolari o diplomatici della Turchia, dell’Austria, dell’Ungheria, del Belgio, della Repubblica Ceca, di Cipro, di San Marino, della Danimarca, della Slovenia, della Francia, della Spagna, della Germania, della Svezia, della Gran Bretagna, della Svizzera, della Polonia, della Grecia, dei Paesi Bassi, della Norvegia, dell’Irlanda, della Moldova, del Lussemburgo e del Liechtenstein.
La questione delle apostille viene chiamata in causa quando si parla di traduzioni giurate o certificate.