Alcune parole nascono dalla cultura e dalla sensibilità di un popolo che percepisce emozioni e sensazioni in maniera diversa da altre culture. Viene quindi assegnato un nome, una “parola”, a quella emozione o situazione.
Anche l’italiano ha alcune parole che appartengono alla propria cultura e sono intraducibili a livello letterale; per le traduzioni si ricorre all’approccio classico del “pensiero laterale”.
Menefreghismo: viene utilizzato per indicare disinteresse verso avvenimenti o persone; indica un atteggiamento continuo, dell’essere della persona stessa, e non riferito a episodi singoli; e sembra che in altri paesi questo “modo d’essere” non sia concepito (è una cosa buona!). L’espressione deriva da un motto utilizzato nel periodo fascista “Me ne frego” che i soldati riportavano sulle bende utilizzate per fasciare le ferite di guerra.
Gattara: indica una persona (tipicamente la signora anziana che si circonda di gatti) che in Italia considera un determinato profilo psicologico e sociale che è impossibile tradurre in altre lingue. L’espressione inglese “cat lady” ha connotazioni differenti.
Struggimento: descrive un malessere psicologico che consuma gradualmente lo spirito e il corpo della persona che lo prova. Generalmente è associato a situazioni romantiche; non stupisce quindi che gli svedesi (generalmente freddi negli atteggiamenti) non abbiano una parola simile.
Meriggiare: indica il momento del riposo all’aperto e all’ombra durante una giornata di sole; parola tipicamente italiana, resa celebre da Eugenio Montale nel verso “Meriggiare pallido e assorto”.